1945-50 – Napoli e sud Italia

Le cause scatenanti dell’insurrezione napoletana di fine settembre, le famose “4 giornate” di Napoli, furono la caccia indiscriminata contro gli uomini adulti per essere tradotti in Germania  e l’ordine di sfollare il centro urbano, emanati il 23 settembre dai tedeschi.

Napoli rispose con una rivolta di massa (27/30 settembre), largamente partecipata, napoli1.jpgcome dimostrano gli oltre 600 caduti.  Alla sollevazione presero parte anche donne e ragazzi, in particolar modo nei quartieri popolari, andandosi a mescolare alla resistenza spontanea di molti combattenti.

E l’esercito Italiano? I militari sbandati erano spesso aiutati dai civili che fornivano abiti borghesi e  nascondevano le armi. L’immagine dei giovani soldati del regio esercito che abbandonano la divisa grigio-verde, aiutati dalle donne napoletane, ci riporta alla disastrosa sconfitta militare subita dal nostro

paese. L’Italia, da paese aggressore, era divenuta oramai un territorio occupato e conquistato. I civili italiani, pur nell’ambigua situazione in cui si trovava il governo Badoglio, costituivano quindi la popolazione di un paese “vinto” considerato, per molti versi, ancora “nemico”. Un chiaro esempio di quanto fosse forte tale orientamento è costituito dal comportamento, nel Lazio meridionale, napoli4.jpgdelle truppe coloniale francesi, Algerine e Marocchine, napoli3.jpg le quali chiamate a pagare un altissimo prezzo in termini di vite umane nello sfondamento della linea Gustav, ebbero in cambio una sostanziale tolleranza “50 ore di svago” in cui compirono numerosi stupri assassini furti violenze contro i civili italiani, in particolar modo contro le donne, che ne hanno conservato una fortissima memoria.

1944 – I soldati alleati, in prevalenza americani hanno occupato Napoli già liberata dall’insurrezione e attendono la caduta di Cassino.

Gli Americani portano una ventata di aria nuova che, insieme alla fame e alla grande miseria, fa impazzire gli uomini e le donne napoletane. Le donne, i ragazzini e le ragazzine di 10 anni, si vendono per 2 o 3 dollari (300 lire) ai soldati bianchi e neri che li valutano palpeggiandoli prima di decidersi.

Costa molto di più un chilo di carne d’agnello che una ragazza o un ragazzino a Napoli. Le donne abbondano. Vengono portate con i carri a prostituirsi da altre regioni: calabria, basilicata, puglia, sicilia.

I soldati usano gli italiani, i napoletani usano gli alleati: ricevono generi alimentari, derubano i soldati in libera uscita, riescono a smontare e a far sparire un carro armato in 2 ore, si parla persino di una nave da guerra sparita…napoli2.jpg

E’ un abbrutimento generale quello che assale la gente dopo la liberazione: tanto erano stati orgogliosi, coraggiosi, ricchi di straordinaria dignità durante l’oppressione tedesca e nei giorni della lotta contro i nazisti, cacciati da Napoli praticamente senza armi, quanto adesso uomini, donne, vecchi , bambini si prestano alle cose più degradanti, a qualsiasi forma di prostituzione per salvare.. la pelle.

Altri esempi della caduta morale e spirituale di Napoli tra il 1944 e il 1945: le donne sedute lungo una scalinata che attendono il passaggio dei gruppi di soldati per aprire le gambe e mostrarsi nude. Oppure del padre disposto a mostrare e a far verificare ai soldati la verginità della figlia per 1 dollaro a testa…

da – La Pelle di Curzio Malaparte (Prato 1898-Roma 1957)

 

 

1945-50 – Napoli e sud Italiaultima modifica: 2009-05-01T09:01:00+02:00da storia60a
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